Erogatore acido ossalico

Qui sotto vedete il mio precedente articolo che si riferiva all'uso dell'acido ossalico.

Ultimamente nel 2017, c'e' stato un aggiornamento sull'uso dell'acido ossalico.
Per informazioni leggere il post.


Oggi è sempre più difficile fare apicoltura, occorre sempre tenersi aggiornati non riposarsi mai, non andare in ferie nel mese di Agosto, non dare per scontato niente, oltre alla varroa ci dobbiamo mettere in conto il cambiamento climatico in corso, il cambiamento del territorio, sempre più monocoltura, sempre meno disponibilità di aree indenni da contaminazioni, l’agricoltura fatta con la chimica in modo inopportuno crea grandi perdite di alveari, le fonti idriche sono sempre più inquinate, stanno minando la sopravvivenza degli insetti pronubi, le generazioni future dovranno impegnarsi molto per continuare la sopravvivenza sul nostro pianeta, questa è la premessa a questo articolo.

Nel 1996 anno in cui l’Apistan qui in Toscana dava i primi segni di farmaco resistenza, occorreva trovare una alternativa a questo principio attivo, in quel periodo si affacciarono gli acidi organici, ossalico, lattico, formico, timolo, in più c’era il Perizin, l’Apitol, Apilaif, correva l’anno delle grandi innovazioni su questi prodotti organici anche le sperimentazioni andavano di pari passo. Io da sempre impegnato come ambientalista, attento ad un uso eco compatibile mi si presentò l’opportunità di verificare e sperimentare questi prodotti.

Iniziai con Apilaif Var, successivamente con il lattico, ma il risultato non mi aveva dato risultati soddisfacenti allora volli provare con l’ossalico, le prove che le associazioni facevano sostenevano che l’ossalico gocciolato dava molti spopolamenti ,non poteva essere ripetuto a breve distanza, le regine se colpite dall’acido si potevano perdere, il formico richiedeva molte attenzione nella manipolazione e non dava i risultati sperati quindi mi decisi di provare l’ossalico spruzzato.
Da prove effettuate mi diede subito dei risultati incoraggianti, ma la difficoltà di questo trattamento era il dover estrarre i telaini dall’arnia per poterli spruzzare, con molte arnie questo tipico trattamento era improponibile, iniziai con estraendo un telaio si ed uno no, ma la cosa era sempre onerosa il rischio di colpire la covata con l’acido era reale, allora decisi di modificare l'ugello all’erogatore e di togliere i distanziali per poter spostare i telaini, quel tanto che bastava per introdurvi il tubo con l’ugello, questo fu il primo passo, successivamente modificai anche i distanziali e li resi utilizzabili anche per fare il trattamento con ossalico.

Come operavo prima: acquistai un erogatore da giardino come potete vedere con tubicino supplementare riescivo ad introdurmi all’interno dell’arnia, e la cosa interessante stava nel fatto che l’ugello non spruzzava rotondo come un normale erogatore, ma avete presente le lance che si lavano le automobili il getto era a forma di V , con un cacciavite scaldato riuscii a creare questo particolare modifica che mi permese di salvare le api fino ad oggi.

Come opero oggi: essendo cambiate le normative inerenti il trattamento con acido ossalico, oggi Api-Bioxal, non è più possibile utilizzare il metodo spruzzato ma solo sublimato o gocciolato, io prevalentemente adesso opero applicando il telaino a 3 settori 3TBA e laddove la famiglia fosse particolarmente infestata con il metodo gocciolato.
Personalmente sono convinto che con una buona organizzazione possiamo ridurre al minimo l'uso di prodotti fitosanitari, a tutela della salute nostra e delle nostre piccole amiche api.




Un saluto Aldo Baragatti

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