La Pressa Baragatti

La pressa Baragatti nasce da un umile torchio.




Correva l’anno 1993, quando acquistai un semplice torchio a vite centrale con mille difetti, ma a quei tempi erano tutti così,  quando lo ho acquistato i difetti non si evidenziavano, ma emersero con il suo utilizzo.
Prima era di metallo verniciato ma da li a poco la vernice iniziò a staccarsi, lo riverniciai subito con vernice per alimenti, ma pur con tutte le attenzioni del caso anche questa vernice con il tempo si deteriorava.

Per riempirlo poi, dovevi prendere gli opercoli dal banco con i guanti e creando delle palline inserirle dentro il torchio, perché essendo un torchio con vite centrale non era possibile utilizzare altro sistema, almeno allora,  inoltre la vite centrale essendo di ferro avrebbe potuto contaminare il miele.
Per  pressare ero costretto a bloccare al pavimento le tre gambe con delle viti, cosa non molto pratica in una stanza di smelatura dove le posizioni cambiano di continuo, inoltre dovevo smontarlo per riporlo nel periodo non produttivo, cosa fastidiosa.



Quando il secchio era pieno di miele  non esisteva un sistema per interrompere il continuo colare del miele,  immaginatevi che colature….!!!, poi esisteva il rischio che particelle di polvere od insetti venissero a contatto con il miele, insomma questi sono i principali difetti riscontrati, ed eliminati con il Torchio rimodificato in Pressa Baragatti.

Anche per  dar seguito alle buone pratiche in laboratorio, ho cercato di  realizzare un prototipo dalle caratteristiche igieniche molto interessanti, eliminando tutti i punti di criticità sopra esposti, almeno lo spero, per costruirla, prima, mi sono costruito un prototipo da solo, poi non potendo realizzare i vari componenti mi sono rivolto ad una azienda locale a cui o dato tutte le informazioni di come volevo che fosse, il risultato è stato il seguente.

Il torchio, da adesso la chiameremo Pressa, perché direte voi? Il motivo è il seguente, è possibile pressare ben sette quintali di prodotto al giorno, ovvero opercoli di sette quintali di miele, ciò non mi sembra poco voi cosa ne pensate?  La pressa è stata realizzata tutta di acciaio inox, alimentare naturalmente, la gabbia particolare di 30 cm. di diametro, più alta dei normali torchi in commercio, un copri vite sempre in acciaio, un imbuto  sempre di acciaio per effettuare il riempimento senza alcun problema, “cric” con doppia impugnatura, risolto il problema di fissaggio al pavimento, questa in effetti è montata su base con ruote pronta da  posizionare in qualsiasi posto, quindi è possibile portare il tutto in camera calda, oppure al sole per agevolare il defluire del miele.




Il pianale di appoggio è di acciaio inox può contenere oltre cinque chili di miele, anche se ci dimentichiamo di vuotare il secchio il miele lo possiamo sempre recuperare, altro intervento necessario, adesso è possibile chiudere con un rubinetto il defluire del miele, o meglio  un rompi flusso per il tempo necessario per sostituire il secchio ormai pieno, accessorio indispensabile.
Il tutto è stato racchiuso dentro una struttura completamente smontabile di alluminio e plexiglass. Questa chiusura protegge dal passaggio di particelle di polvere od insetti vari, il tutto è montato in un unico pezzo su ruote con freno, come potete vedere dalle foto.
















Adesso  il lavoro è veramente una soddisfazione, scorre veloce con la massima pulizia.
E anche nel banco disopercolatore o cambiato il concetto di lavorare gli opercoli non cadono più sul fondo, ma direttamente all’interno di un secchio, che appena è pieno viene vuotato nella pressa con tutta la tranquillità del caso, credo e penso che, con questo prototipo tutte le buone pratiche siano state rispettate, ora  tocca a voi valutare l’operato, per domande o info:

baragatti.aldo@libero.it

Un saluto Aldo Baragatti

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